Erano i primi di
Novembre, l' Ottavario dei Morti.
Era sera ormai e appena uscito dalla Chiesa con alcuni dei miei
Confratelli mi
attardavo a parlare del più e del meno, quando mi sento chiamare da Alberto: << A Luì' >> me fà
<< Viè che te faccio vede nà cosa che
sicuramente non sai... >> E strizzando l' occhio mi invita a
rientrare in chiesa mentre spegne la sigaretta.
Dovete sapere ora, che l'ultima
volta che sono stato invitato a seguirlo così, è stato per visitare il laboratorio
sulle scalette di Porta Granada ( via XX Settembre ). Ricordo che in
quella occasione risalendo le ripide scale del suo
laboratorio mi resi conto che l'ora del pranzo era passata da un pezzo,
distratto e affascinato dalle pitture e dai meravigliosi presepi da
lui realizzati. Quindi pure stavolta manco a dirlo, l'ho seguito
prontamente dentro la chiesa ancora aperta.
<<Guarda qua >> mi dice fermandosi a rimirare il 2° drappo della
navata sinistra (quelli della serie del
' Il Figliol Prodigo' e precisamente quello con l'iscrizione
ET DISSIPAVIT ).
<< Secondo te... che cià dè strano stò
drappo?... Non te sembra che i soggetti stanno 'npò troppo lontano 'n confronto a quelli dè
quell'altri drappi?... E sta zona qua a sinistra
vedi...questa co stò vόto.. Nun te dice gnente? >> E lentamente roteava le
due manone sopra la zona che voleva farmi notare.
Effettivamente
a prima vista non ci ho fatto caso...Poi anche a me è parso che mancava qualcosa ... forse un
qualche soggetto:
<< Albé..Mo che me lo fai notà, è vero.. c'è uno spazio vuoto 'npò strano...>>
Non mi fa finire di parlare che si avvicina di più al drappo e mi indica senza dire
nulla una cucitura , quella che ho evidenziato con le
frecce, nel particolare qui sotto.
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<<Anvedi. E' cucita...e che gli è successo...e commè Albé...?>> gli domando
<< E comme che è..>> mi fa, divertito dalla mia palese sorpresa (e che di sicuro si aspettava ): <<E che 'nse vede? E' na
porta! Qua c'era l'apertura sul drappo che doveva coprì na porticina,
e probabilmente l'antico ingresso che dalla chiesa te portava
dentro la Sacrestia. >> In quel momento Vinicio, il Guardiano
della Confraternita comincia a spegnere le luci della chiesa perché era
già tardi in verità (e anche perché la mattina era stato alle Lodi
Mattutine delle ore 6! ) . <<Albertò, m' hai fatto venì nà
bella curiosità >> e
già pensavo dove potevo trovare qualcosa da leggere sui drappi dei
Confratelli...
Mi viene in mente un
volumetto presentato giusto qualche tempo prima dalla dott.ssa Guerrieri
proprio qui a S. Rocco, quello con la Associazione
Amici di Frascati, proprio sui " Finti Arazzi "
<< Mannaggia..Andò l' avrò messo?...
Un'occhiata je' l'ho data...ma non me pare d'e ricordà gnente che
parla dè stè cuciture...>>
E mentre salivo in macchina per andare
verso casa e finalmente cenare, Albertone mi richiama e
fà :<< Ehehh caro Luigi...Troppe cose nun sai della
Confraternita...Sì troppo giovine!..>> E con queste parole
praticamente ci
salutiamo..E il tarlo diventava ancora più grosso!
Appena tornato a casa, prima della cena riesco a mettere tutti alla ricerca
del volumetto della B.M. Guerrieri perché proprio non lo riuscivo a trovare. Come sempre
in questi casi, Sara mia dolce consorte (un pò meno dolce stavolta) lo
trova. Giusto al suo posto, vicino a tutti i libri che riguardano la
Ven. Confraternita e la chiesa S. Maria in Vivario... Giuro che ci avevo guardato
subito!..E bene pure...Bho!..
Sfoglio il volumetto infilato al calduccio sotto le coperte a letto, dopo
la cena. Leggendo pure fra
le numerosissime note a piè pagina riportati in caratteri piccolissimi,
sul libretto della dott.ssa Guerrieri però non riesco a trovare
nulla che riguarda le cuciture e queste aperture sui drappi o 'Finti
Arazzi' come li definisce la studiosa. Non riuscendo a
dormire, accendo il computer e apro il sito che stai
navigando anche tu adesso, ma alla pagina
Storia degli Arazzi
- "Gli Arazzi dipinti della
Confraternita dell'Orazione e Morte nella chiesa di S. Maria in Vivario
a Frascati: Storia e restauro." - una relazione della
dott.sa Almamaria Tantillo Mignosi, dove è riportato: "...Nel
restauro precedente, l'operatore si era preoccupato di ritagliare i
bordi degli strappi della tela in modo che la loro sagoma seguisse i
contorni delle immagini e, per integrare le mancanze, aveva applicato
delle toppe usando ritagli di una tela dipinta anch'essa a <<
succo d'erba >>, probabilmente della stessa serie"
.
Un po' poco. Ho cercato allora su alcuni
libri e volumetti che ho, ma non ho trovato niente delle
cuciture indicatemi da Albertone.
La sera dopo sono andato
rivedere i drappi. Era l'ultimo giorno dell'Ottavario e sapevo che
rimanevano appesi sui muri della chiesa forse per uno o due giorni ancora. Uno per
uno, senza lasciarmi distrarre dai soggetti e dai bei colori, controllando
solo i vari acciacchi che i teli inevitabilmente nel tempo hanno dovuto
subire (il più recente, è una bruciatura che si vede in
basso sul primo drappo della serie di Giuseppe, quello dove viene
venduto ai mercanti 'EXTRAHENTES EUM' . ---
Il particolare della bruciatura nella foto sotto ----
Al riguardo ricordo che da ragazzo, chiesi a Mario il sacrestano ( a
proposito sapevate che
era anche l'ultimo
Camerlengo della Ven. Confraternita? ) come mai quella bruciatura è così grande e solo
in quel punto. Mi raccontò che era successo perché quel drappo veniva
appeso vicino al tabernacolo (quando il Santissimo si trovava
ancora nella
navata destra, ora invece nel
TEMPIETTO
della
navata centrale ) che aveva di fronte al piccolo altare, un porta-candele di
ferro di quelli con tante
manine a molla in cui si inserivano le candele previo qualche
monetina infilata in una fessura a mo di salvadanaio. Questo candeliere con tutte le
sue belle candeline accese, fu purtroppo spostato da qualcuno troppo vicino al drappo...Il
resto lo immaginate.
Ma non tergiversiamo altrimenti non arrivo più. Nella ricognizione
di cui sopra ho studiato le varie pezze cucite sui
drappi. Sono quasi tutte realizzate con tela della stessa fattura dei drappi
stessi, e lo si riconosce anche non essendo degli esperti. Addirittura su
una pezza si riesce ancora ad intravedere dei segni come si
nota dal particolare nella foto sotto.( La toppa che si vede nella
foto sotto, è cucita nella
tela dove Giuseppe, divenuto potente ordina ai fratelli di portargli
Beniamino: 'EDUCTIS DE
CARCERE' ).
Questo è riportato anche dalla Tantillo Mignosi in Storia
e restauro degli Arazzi paragrafo del Il Restauro
come già detto.
Questa cosa mi ha fatto venire in mente anche un particolare, letto (a pag 14
) nel volumetto della dott.ssa Guerrieri, riguardo al
numero preciso delle tele acquistate dalla Ven. Confraternita ( di allora).
Vi riporto per comodità una parte del testo del contratto stipulato fra
la Ven. Confraternita e il realizzatore certo Giulio del fu Domenico Pantalissi
: " ...per tutta la navata di mezzo
della Ven. Chiesa di S. Maria del Vivaio Domo vecchio detta di S. Rocco
di d.a Città, e palio dell'organo secondo il dissegno fatto ...."
".....obligandosi di fare oltre li due
quadri d'arazzi fatti e consegnati altri arazzi numero
sedici in modo che in tutto siano
dieciotto compresovi quello da porsi sopra l'arco
dell'altar maggiore fino al tetto...ecc"
Ora riassumendo, tutti gli
arazzi ordinati all'artista pittore che in pratica dovevano servire per
creare un ambiente d'effetto e
modificare in modo sostanziale l'aspetto interno della chiesa fungendo
da pareti appesi tra una colonna e l'altra erano in toto 18 pezzi,
quindi fino a noi sono arrivati però non 11 pezzi (vedi anche pag.
76 di L. Razza - S. Maria in Vivario - Vicende storiche dell'antica cattedrale di
Frascati - ed.Vivarum del 1975 ) , ma secondo me, 14
pezzi dei 18 ordinati nel Settecento dalla Venerabile
Confraternita della Orazione e Morte di Frascati. Probabilmente un
drappo poi , immagino il più malridotto (?) è andato perduto per realizzare i
rattoppi per tutti gli altri ( come per la pezza in foto sopra ). Allora
ricapitolando :
Attualmente la Confraternita espone 11
drappi ad arco (ben documentati e fotografati), ma anche altri 3 drappi rettangolari raffiguranti però
solo una
colonna, e qui sotto da me fotografati "al volo" con il
mio telefonino prima che venissero staccati e
poi ben custoditi con gli altri drappi dai Confratelli, finito
l' Ottavario.
tra
SURGAM ET IBO e ET REVIXIT
navata sinistra |
tra FRATREM VESTRUM TOLLITE e
EDUCTISDE CARCERE |
tra EXTRAHENTES EUM e MEMENTO MEI
navata destra |
Di questi 3 drappi (possiamo dire dire " minori" ?), nei libri e opuscoli in mio
possesso
non vi ho trovato foto. Alcuni accenni trovati ancora sulle dispense della
Dott.sa Tantillo.
Chissà se le colonne potrebbero diventare un motivo per creare una appendice al volumetto della
dott.ssa Guerrieri e della
Associazione Amici di Frascati ( Il volume è veramente così ben fatto che ormai
lo uso come riferimento per
le date e per tutti i richiami che riguardano le tele e la Ven.
Confraternita ) i
quali con la loro
grande esperienza e sicuramente con le maggior possibilità
di canali per eseguire una approfondita ricerca.
Probabilmente può darsi addirittura che già esistano volumi o libri che
lo documentano, ma io non ne sono al corrente
però. In questo caso perdonatemi l' ignoranza e indicatemeli.
Riguardo ancora al drappo con la cucitura a L rovesciata stavo pure ricontrollando, ma stavolta sul libro di Leonello Razza ,
curato da don G. Busco e impreziosito da don G. Liberti di foto a colori ( S.
Maria in Vivario - Vicende storiche dell'antica cattedrale di
Frascati - ed.Vivarum del 1975 ) la pianta della chiesa nel
XIX secolo ( vedi a pag.
72, ma è pure riportata a pag. 8 del volumetto della Guerrieri ) in una foto del disegno eseguito a mano da Mons. Pietro Santovetti
(canonico della Cattedrale di Frascati vissuto 1794-1879)
che riporta l'antico ingresso alla Sacrestia,
giusto giusto alla altezza dove viene
appeso attualmente il telo di cui sopra.
Vedi fig. sotto
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Mi chiedo ora : l'arazzo
ET DISSIPAVIT (appunto quello con le cuciture a L rovesciata) sembra quasi essere stato dipinto apposta dall'
autore in modo che potesse essere attaccato alla parete, e difatti la parte essenzialmente povera come
diceva Albertone da
soggetti , capita proprio in corrispondenza del passaggio riportato
nella pianta da Santovetti (ed ecco quei tagli sul drappo
per permetterne l'apertura). Forse in fase d' opera, fu tenuto conto
della eventualità che il drappo ( e per logica quindi anche gli altri)
potesse essere anche appeso non solo tra le colonne centrali ma anche sui muri
perimetrali?
E non sembra che il drappo sia stato scelto fra gli altri per essere
messo a copertura della porta solo per quel vuoto, in quanto la
sequenza logica dei teli (serie del Figliol Prodigo ) risulta
sempre continua
e
in modo ordinato dal primo all'ultimo drappo, cosa che non succedeva quando,
in tempi
relativamente recenti ( già io lo ricordo non essendo Matusalemme ) veniva appeso il drappo
ET REVIXIT ( quello del figliol prodigo che torna dal padre),
sull'ingresso odierno della Sacrestia. Difatti ha anch'esso ha
varie cuciture che ho evidenziato nella foto sotto:
In questo drappo però la cucitura è solo verticale in quanto per permettere il passaggio verso la Sacrestia i due lembi del
telo venivano aperti a mò di tenda ). Corrisponde proprio
tutto, come si vede qui sotto con la sovrapposizione di immagini realizzata
da me con il solito software di fotoritocco. E' appena
visibile il taglio in alto a sinistra che permetteva di suonare la campanella, ma
molto ben visibile è la piccola apertura orizzontale per arrivare
all'acquasantiera ,
così come quella lunga verticale
per il passaggio dalla chiesa in Sacrestia aperta a mo' di tenda..
Però la sequenza della storia veniva in questo modo malamente spezzata .
In più al posto
del drappo ET REVIXIT , veniva appeso quello
parzialmente visibile sulla sinistra qui sopra nella foto di base,
appeso nell' arco della cappellina dei Santi Sebastiano e Rocco
alla sinistra dell' ingresso Sacrestia .
Fatemi sapere di più ! :-) |