...E distaccato fino in fondo, ma ci
proverò.
Sono un
parrocchiano di S. Maria in Vivario (o di S. Rocco se preferite
) e da qualche anno, sono “rientrato” in questa chiesa dopo
diciamo...svariati anni .
Partecipare con i ragazzi mettendo a disposizione la mia
chitarra, per animare la SS. Messa domenicale ha fatto rinascere
in me la voglia di fare.. per gli altri.
Nel mio piccolo
cerco di essere il più possibile vicino ai giovani (forse anche
perchè sono papà di un paio di loro), stimolandoli magari con un torneo di calcetto, o una pescatina
al laghetto sportivo, insomma quelle cose che solo quando si è
tutti insieme... riescono bene.
Trovo il tempo per
cercare su internet dei canti di “chiesa” ( liturgici ) nuovi per impararli poi
tutti insieme.
Chi canta, chi suona, insomma
si fa del nostro meglio per imparare a suonare e cantare bene,
così da riuscire ad animare
in modo degno la S. Messa domenicale dei ragazzi.
Da qualche
mese poi si sono uniti a noi anche il gruppo di ragazzi che anima la
Domenica, la
S.
Messa dei giovani nella Cattedrale S. Pietro, scambiandoci canti conosciuti.
Questa cosa mi
sembrava buona e credo che lo sia stata veramente tanto, ma
stavamo senza saperlo spianando la strada a S.E. il Vescovo alla probabile chiusura della
nostra di parrocchia, anche se era da tempo nell’aria
voci sull’unione
delle due parrocchie:
S. Rocco con la Cattedrale S. Pietro.
Al
tutto avrebbe pensato don Claudio Cirulli.
Premetto
che già da qualche anno, purtroppo, per i gravi problemi di salute del nostro
parroco don Leonardo,
eravamo rimasti praticamente senza un
riferimento amministrativo-organizzativo e sopratutto
spirituale. La S .Messa
era affidata ora a questo, ora a quell'altro prete.
Però con
la volontà dei ragazzi stessi, con l'aiuto dei catechisti,
di parrocchiani adulti volonterosi (che si erano assunti anche le varie responsabilità,
pure
quelle
amministrative..), del gruppo Caritas, delle pie donne ,di
Mario il
sacrestano, senza dimenticare le brave Suore Filippine.
Con Danilo, un ragazzo particolarmente religioso, (che tra
un esame e l’altro all’università organizzava sia i
Rosari del lunedì con i ragazzi, sia le tematiche da discutere
insieme la domenica mattina dopo la Messa... invece di andare a fare lo
“striscio”!) si andava avanti con gioia, responsabilità devo dire
oggi, e amore cristiano.
La
Parrocchia era viva... malgrado tutto:
I tanti parrocchiani che
fermamente non approvavano o discutevano su certe decisioni prese dal nostro
Vescovo riguardo la nostra
Parrocchia e il fervore con cui cercavano una soluzione possibile
a questa spada di Damocle che ondeggiava
ormai sulla comunità e sulla sorte della nostra amata chiesa .
Per inciso,
questo erano le nostre sensazioni di allora.
Ma andiamo ancora per gradi:
Già dai
primissimi giorni di insediamento
nella nostra città di Frascati e nel Palazzo Vescovile,
vicinissimo peraltro alla nostra chiesa, Sua Eccellenza
non dimostrava fin da allora grande approvazione per i
nostri sforzi da cristiani, anzi..
Se da
una parte riprendeva Sandra perché teneva tra i suoi
ragazzi da catechizzare anche altri
bimbi che
non erano della nostra parrocchia, dall’altra parlava a
Danilo che il Rosario non veniva recitato “ a cantilena”
come S.E. desiderava o era abituato a fare (?).
Anch’io purtroppo avevo il mio da fare a
convincerlo che non eravamo musicisti professionisti e che
qualche “stonatella” o “strillaccio”
qua e la era possibile o che qualche canto
purtroppo non era stato imparato per
tempo. Non parliamo del sito web -questo- che per lui,
testuali parole: “ Fa schifo e completamente da rifare ”.Molto
incoraggiante.Grazie!
Questo
ed altro in verità, è quello che succede ogni volta che mette
piede nella nostra Parrocchia. Piccolezze in fondo direte voi,
ma avendo sempre da ridire su tutto ed anche in maniera
maleducata direi, in breve il Vescovo si è giocata la
stima nostra, dei parrocchiani e di buona parte dei
Frascatani.
Nascono
così chiacchiere e polemiche a
non finire sulla questione: “Chiusura della chiesa di
S. Maria in Vivario al 74esimo anno
di età del nostro parroco don Leonardo” e sul fatto che
: “Non ci sono preti per sostituirlo" (effettivamente don
Leonardo era già gravemente
malato a quel tempo e lui forse già pensava al futuro..) e sul: “Non ci sono soldi.
Non ci sono preti: Chiuderemo
e basta!.”.
Ad un
certo punto comunque -non so bene
quando- subentra don Claudio Citrulli.
Un
giovane prete che secondo me era
dotato di carattere e grande spiritualità , qualità questa
alquanto rarefatta ormai nella Diocesi a parer mio.
Con don Claudio da
“interfaccia” con Sua Eccellenza io personalmente ho tirato un sospiro di
sollievo. Pensavo che poi lo avremmo avuto come vice o magari
addirittura come parroco a S. Maria in Vivario.. Che
bello pensavo, mentre ringraziavo il Signore: abbiamo svoltato!
Purtroppo però questa
cosa si realizzò solo a metà, in quanto don Claudio
(poveraccio) divideva il
suo tempo, fra noi di S. Maria in Vivario e la
Cattedrale, di cui rimase parroco responsabile.
Don Claudio a
molti diede subito una sensazione
positiva. Ma ad altri
purtroppo No.
Si attivò
comunque immediatamente, aprendo un
cantiere di lavori in sacrestia e in tutta la chiesa di S.
Rocco che a dir
la verità vi era veramente tutto da rifare,
assumendosi la responsabilità di tutto: Rinnovò tutta la sacrestia e buona parte dello
stabile.
Nel
frattempo don Leonardo (ancora ufficialmente parroco di S. Rocco), che aveva subito
una operazione delicata, rimessosi in piedi e ritornato in
parrocchia, trovò sì il suo ufficio in sacrestia
rinnovato, ma anche svuotato delle sue cose anche se ben stipate
e sistemate: si sentì già
rimpiazzato e questo deteriorò i suoi rapporti con don
Claudio ed anche con il Vescovo. Quest' ultimo fra l’altro
accentuò questo stato di cose accettando le
dimissioni che don Leonardo aveva formalmente dovuto presentare alla
scadenza del suo famoso 73° anno di età.
Proprio ieri
sentivo, delle cose che lascia don
Leonardo
(volentieri a sentir lui), c’è stata “la divisione ” :
Parabola e decoder
, la sua bicicletta, il frigo e tutte le cose che non
potrà portare con se a Milano. Se ne va. Torna da sua sorella.
"Così potrà curarsi meglio" è la voce ufficiale.
Che tristezza...
Sembra che sia già morto prima ancora di
morire.
Qualche giorno fa l’ ho
incontrato. Mi diceva con fermezza che stava ristudiando la
Sacra Bibbia e che, anche se praticamente la sapesse già a memoria..
rileggendo, la riscopriva così diversa, così adatta a quei giorni
e alla sua sofferenza..
Don
Claudio però ci è stato prezioso,
anche solo con la sua presenza:
Nei campi scuola o tra i banchi
della chiesa con noi a dire il SS.
Rosario, ci ha ridato fiducia e credo in quel che facevamo.
Personalmente l’ho visto salvare situazioni imbarazzanti sempre
fra noi e il Vescovo, che ad ogni occasione sembra si
divertiva a tormentarci. "E' fatto
così.."continuava a ripeterci don Claudio.
Io penso
però che il vero carattere del nostro Vescovo, è quello che ci ha
accompagnato con canti e barzellette alla festa organizzata per
il “famoso” 74esimo di don
Leonardo nella sala parrocchiale a S.Rocco. Veramente un’altra persona.
Tranquilla, socievole, cordiale, divertita e disponibile.
Forse anche per questo, don Leonardo non si aspettava che gli
venissero veramente accettate le
proprie dimissioni..,anzi a dire il vero sembra che S.E. gli abbia detto
in privato
proprio alla sua festa di compleanno, che non le avrebbe
accettate... (?)....
Fatto
sta che la situazione odierna, dopo la consegna ufficiale di
chiavi e registri contabili sia della
nostra parrocchia che quella della Cattedrale dai rispettivi
responsabili, nell’ultima riunione è questa:
-
Don Leonardo non può
mettere piede in chiesa dopo l’ordine ricevuto dal
Vescovo.
-
Noi animatori
da Settembre, invece che a S. Maria in Vivario alle
10,30 animeremo la S. Messa domenicale delle 10,00
(
cosiddetta dei giovani ) in Cattedrale. .
-
Caritas parrocchiale
S. Rocco “spenta” ( attuale riferimento a don. Claudio)
-
Amministrazione
parrocchiale S. Rocco “spenta” ( attuale rif. don. Claudio)
-
Molti degli adulti
catechisti e volontari in “ forse, vedremo, chissà
se ci sarà bisogno.. Io non "caccio" nessuno! ”
-
Veglie di festività
principali (Natale e Pasqua)
solo in Cattedrale.
E poi chissà quante ne usciranno ancora.
E Chissà se qualcosa cambierà!
Personalmente, in quel momento pensavo di far
valere il mio status di laico e andare a pregare Dio
cantando dove “mi porta il cuore”...
Sentire
le parole sconsolate degli adulti e delle
vecchiette che incontrandomi per strada mi dicevano “Rimarremo
solo noi... Ci piaceva sentirvi cantare.. Rimanete con noi..”
non voglio farla proprio triste e lacrimosa, ma in
fondo al cuore senti che è come se li stai
“abbandonando” e capisci che questo è un’altro passo verso
quella temuta
chiusura totale. Mi viene in mente la chiesa del Gesù, aperta
ormai solo per matrimoni e concerti!
La mia
incomparabile chiesetta di S. Maria in
Vivario, che mi ha aperto le sue porte nella vita
almeno
già due volte :
Una tanti anni fa, dopo che con una
nostra pallonata di ragazzacci aveva rotto la vetrata, un prete
a noi sconosciuto ancora, ci venne incontro e senza tanti
preamboli ci dà la chiave della attuale sala parrocchiale
dicendo: ”E’ vostra. La sala è tutta da pulire e da sistemare.
Siate corretti la dentro! Poi
controllerò. La vetrata la sistemo io per stavolta. Datevi da
fare però!”
La
domenica dopo ci si organizzava la prima festicciola seguita dal
primo incontro parrocchiale..
C’è da
dire (sottolineando l'importanza di una sala
parrocchiale) che i ragazzi che con me sono
entrati li dentro, ora vivono felicemente una vita normale ..
ma chi è rimasto seduto fuori, sul quel muretto,
purtroppo ora non vive
più, stroncato dalla droga;
Una seconda volta che mi ha aperto
le sue porte ( forse più importante questa volta per la mia povera
anima)
è stato appunto qualche anno fa. E si che ne
ho fatte parecchie di birbonate da farmi perdonare nel frattempo!.
Perchè
vi ammorbo con queste cose?
Mi parlano dell’importanza
degli incontri di preghiera
organizzati nelle case, per portare “Luce Spirituale” anche a chi non vede
o
non sa o non vuole... e invece ci stanno per chiudere
addirittura una parrocchia intera perché non si ha un prete da metterci come guida.
Sarà anche vero, ma per noi
non può essere così semplice: è come sentir dire di
dover cambiare casa da un momento all'altro.
Ecco, non riesco
più ad essere distaccato.
Già
nell’ultima riunione pastorale, in una sala delle Pie
Filippine, seduti da una parte erano gli adulti di S.
Pietro (molti devo dire)
e da un’altra, i nostri (pochi !), ma una ventina dei nostri
ragazzi sedevano dietro a tutti,
un pochino ansiosi e quasi intimoriti.
Ma facevano notare senza parlare, che
di S. Pietro non vi era nessun ragazzo presente!
Dopo il
discorso di apertura di d. Claudio, (abbastanza secco e perentorio),
è seguita la riconsegna delle chiavi e registri
di Caritas e di tutti i locali,
sia della parrocchia di S. Rocco che di quella di S.
Pietro. Poi una
lettura di “ regole da rispettare” , alcune delle quali
tra l’altro, discutibili, che invece per don Claudio erano però
necessarie. Ma non è qui il punto: Ho
ancora nelle orecchie gli
inutili tentativi dei nostri adulti nel far capire a don
Claudio e ai “sampietrini” (come venivano da
noi simpaticamente soprannominati i parrocchiani di S. Pietro) che tutto era risolvibile con la sola presenza in
parrocchia di un prete qualsiasi, almeno per un po’.
Anche se straniero, a noi sarebbe
andato bene pur di evitare questo terremoto!
Ma don Claudio sicuramente aveva avuto
già delle direttive e non era lì per discuterne una
ennesima volta.
Notavo
le grosse differenza tra le due
comunità, che da lì a poco avrebbero dovuto fondersi e
iniziare un cammino insieme. Forse tra i ragazzi potrà essere,
mi dicevo, ma non certo fra gli adulti che
incominciavano ad avere già battibecchi sul perché di questo
accanimento per la propria parrocchia ... Effettivamente,
dicevano, Gesù si
può incontrare, servire ed amare in qualsiasi posto e maniera.
Si certo, ma lasciare quello che
faticosamente hai fatto nascere dal niente, con tutto l’amore
possibile e il sacrificio condiviso da tutti..
E poi non
era un “lasciare” tutto a qualcun altro, ma un
buttare tutto al secchio e vedere poi di riuscire a trovare un
posticino nell’altra comunità, che difficilmente sentirai
veramente tua, per il
semplice fatto che non lo è, perché esiste ancora la tua .Non la
senti tua, non sei nato e cresciuto fisicamente e spiritualmente
con lei. Hai imparato ad amare anche i muri di quella chiesetta! La senti tua come
senti tua la
tua casa, e come lei ti dà le emozioni che provi quando vi
entri. Ritrovi gli odori, la sicurezza, le certezze che provi quando
rientri nella tua di casa. E come riesci a trovare un momento
per stare in ginocchio dinanzi al Santissimo è come stare nel
tuo angoletto preferito, dove andavi a studiare o a tirare fuori
i tuoi perchè..
Invece,
pensavo, era necessario presentarsi a degli sconosciuti
quasi, anche
un bel sorrisone finto, perché proprio non ti sarebbe uscito quello vero.!
Ma
questo veniva interpretato dai
sanpietrini, gli sconosciuti, come
“ posti al sole” che non si vogliono mollare!
No, non
sarà per niente facile per i nostri adulti.
Speriamo che lo
Spirito Santo ci aiuti tutti, sia noi di S. Maria in Vivario che
i parrocchiani di S. Pietro.
Luigi
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