Frascati, giugno 2003



Probabilmente non riuscirò ad essere obiettivo!..
 

...E distaccato fino in fondo, ma ci proverò.

Sono un parrocchiano di S. Maria in Vivario (o di S. Rocco se preferite ) e da qualche anno,  sono “rientrato” in questa chiesa dopo diciamo...svariati anni .

Partecipare con i ragazzi  mettendo a disposizione la mia chitarra, per animare la SS. Messa domenicale ha fatto rinascere in me la voglia di fare.. per gli altri.

Nel mio piccolo cerco di essere il più possibile vicino ai giovani (forse anche perchè sono  papà di un paio di loro), stimolandoli magari con un torneo di calcetto, o una pescatina al laghetto sportivo, insomma quelle cose che solo quando si è tutti insieme... riescono  bene.

Trovo il tempo per cercare su internet dei canti di “chiesa” ( liturgici ) nuovi per impararli poi tutti insieme.

Chi canta, chi suona, insomma si fa del nostro meglio per imparare a suonare e cantare bene, così da riuscire ad animare in modo degno la S. Messa domenicale dei ragazzi.

Da qualche mese poi si sono uniti a noi anche il gruppo di ragazzi che anima la Domenica, la

S. Messa dei giovani nella  Cattedrale S. Pietro, scambiandoci  canti conosciuti.

Questa cosa mi sembrava  buona e credo che lo sia stata veramente tanto, ma stavamo senza saperlo spianando la strada a S.E. il Vescovo alla probabile chiusura della nostra di parrocchia, anche se era da tempo nell’aria voci sull’unione delle  due parrocchie: S. Rocco con la Cattedrale S. Pietro.
Al tutto avrebbe pensato don Claudio Cirulli.

Premetto che già da qualche anno,  purtroppo, per i gravi problemi di salute del nostro parroco don Leonardo, eravamo rimasti praticamente senza un riferimento  amministrativo-organizzativo e sopratutto spirituale. La S .Messa era affidata ora a questo, ora a quell'altro prete.

Però con la volontà dei ragazzi stessi, con l'aiuto dei catechisti, di parrocchiani adulti volonterosi (che si erano assunti anche le varie responsabilità, pure quelle amministrative..), del gruppo Caritas,  delle pie donne ,di Mario il sacrestano, senza dimenticare le brave Suore  Filippine. Con  Danilo, un ragazzo particolarmente religioso, (che tra un esame e l’altro all’università organizzava sia i  Rosari del lunedì con i ragazzi, sia le tematiche da discutere insieme la domenica mattina dopo la Messa... invece di andare a fare lo “striscio”!) si andava avanti con gioia, responsabilità devo dire oggi, e amore cristiano.

La Parrocchia era viva... malgrado tutto: I tanti parrocchiani che fermamente non approvavano o discutevano su certe decisioni prese dal nostro Vescovo riguardo la nostra  Parrocchia e il fervore con cui cercavano una soluzione possibile a questa spada di Damocle che ondeggiava ormai sulla comunità e sulla sorte della nostra amata chiesa . Per inciso, questo erano le nostre sensazioni di allora.

Ma andiamo ancora per gradi:

Già dai primissimi giorni di insediamento nella nostra città di Frascati  e nel Palazzo Vescovile, vicinissimo peraltro alla nostra  chiesa, Sua Eccellenza non dimostrava fin da allora  grande approvazione per i nostri sforzi da cristiani, anzi..

Se da una parte riprendeva Sandra perché teneva tra i suoi  ragazzi da catechizzare anche altri bimbi che non erano della nostra  parrocchia, dall’altra parlava a Danilo che il Rosario non veniva recitato “ a cantilena” come S.E. desiderava o era abituato a fare (?).

Anch’io purtroppo avevo il mio da fare a convincerlo che non eravamo musicisti professionisti e che qualche “stonatella” o “strillaccio” qua e la era possibile o che qualche canto purtroppo non era stato imparato per tempo. Non parliamo del sito web -questo- che per lui, testuali parole: “ Fa schifo e completamente da rifare ”.Molto incoraggiante.Grazie!

Questo ed altro in verità, è quello che succede ogni volta che mette piede nella nostra Parrocchia. Piccolezze in fondo direte voi, ma avendo sempre da ridire su tutto ed anche in maniera  maleducata direi, in breve il Vescovo si è giocata la stima nostra, dei parrocchiani e di buona parte dei Frascatani.

 Nascono così chiacchiere e  polemiche a non finire sulla questione: “Chiusura della chiesa di S. Maria in Vivario al 74esimo anno di età del nostro  parroco don Leonardo” e sul fatto che : “Non ci sono preti per sostituirlo"  (effettivamente don Leonardo era già gravemente  malato a quel tempo e lui forse già pensava al futuro..) e sul:  “Non ci sono soldi. Non ci sono preti: Chiuderemo e basta!.”.

Ad un certo punto comunque -non so bene quando- subentra don Claudio Citrulli.

 Un giovane prete che secondo me  era dotato di carattere e  grande spiritualità , qualità questa alquanto rarefatta ormai nella Diocesi a parer mio.

Con don Claudio da  “interfaccia” con Sua Eccellenza io personalmente ho tirato un sospiro di sollievo. Pensavo che poi lo avremmo avuto come vice o magari  addirittura come parroco a S. Maria in Vivario.. Che bello pensavo, mentre ringraziavo il Signore: abbiamo svoltato!

Purtroppo però questa cosa si  realizzò solo a metà, in quanto don Claudio (poveraccio) divideva il  suo tempo, fra noi di S. Maria in Vivario e la Cattedrale, di cui rimase parroco responsabile.

Don Claudio a molti  diede subito una sensazione positiva. Ma ad altri purtroppo No.

Si attivò comunque immediatamente, aprendo un cantiere di lavori  in sacrestia e in tutta la chiesa di S. Rocco che a dir la verità vi era veramente tutto da rifare, assumendosi la responsabilità di tutto: Rinnovò tutta la sacrestia e buona parte dello stabile.

Nel frattempo don Leonardo (ancora ufficialmente parroco di S. Rocco), che aveva subito una operazione delicata, rimessosi in piedi e ritornato in parrocchia, trovò sì il suo ufficio in sacrestia  rinnovato, ma anche svuotato delle sue cose anche se ben stipate e sistemate: si sentì già  rimpiazzato e questo deteriorò i suoi  rapporti  con don Claudio ed anche con il Vescovo. Quest' ultimo  fra l’altro accentuò questo stato di cose accettando le dimissioni  che don Leonardo aveva formalmente dovuto presentare alla scadenza del suo famoso 73° anno di età.

Proprio ieri sentivo, delle cose che lascia don Leonardo (volentieri a sentir lui), c’è stata “la divisione ” :

Parabola e decoder , la sua bicicletta, il frigo e tutte  le cose che non potrà portare con se a Milano. Se ne va. Torna da sua sorella. "Così potrà curarsi meglio" è la voce ufficiale.

Che tristezza... Sembra che sia già morto prima ancora di morire.

Qualche giorno fa  l’ ho incontrato. Mi diceva con fermezza che stava ristudiando la Sacra Bibbia e che, anche se  praticamente la sapesse già a memoria.. rileggendo, la riscopriva così diversa, così adatta a quei giorni e alla sua sofferenza..

 

Don Claudio però ci è stato prezioso, anche solo con la sua presenza:

Nei campi scuola o tra i banchi della chiesa con noi a dire il SS. Rosario, ci ha ridato fiducia e credo in quel che facevamo. Personalmente l’ho visto salvare situazioni imbarazzanti sempre fra noi e il Vescovo, che ad ogni occasione sembra si divertiva a tormentarci. "E' fatto così.."continuava a ripeterci don Claudio.

Io penso però che il vero carattere del nostro Vescovo, è quello che ci ha accompagnato con canti e barzellette alla festa organizzata per il  “famoso”  74esimo di don Leonardo nella sala parrocchiale a S.Rocco.  Veramente un’altra persona. Tranquilla, socievole, cordiale, divertita e disponibile. Forse anche per questo, don Leonardo non si aspettava che gli venissero veramente accettate le proprie dimissioni..,anzi a dire il vero sembra che S.E. gli abbia detto in privato proprio alla sua festa di compleanno, che non  le avrebbe accettate... (?)....

Fatto sta che la situazione odierna, dopo la consegna ufficiale di chiavi e registri contabili sia della nostra parrocchia che quella della Cattedrale dai rispettivi responsabili, nell’ultima riunione è questa:

  • Don Leonardo non può  mettere piede in chiesa dopo l’ordine ricevuto dal Vescovo.

  • Noi animatori  da Settembre, invece che a S. Maria in Vivario alle 10,30 animeremo  la S. Messa domenicale delle 10,00
    ( cosiddetta dei giovani ) in Cattedrale. .

  • Caritas parrocchiale S. Rocco “spenta” ( attuale riferimento a don. Claudio)

  • Amministrazione parrocchiale S. Rocco “spenta” ( attuale rif. don. Claudio)

  • Molti degli adulti catechisti e volontari in “ forse, vedremo, chissà se ci sarà bisogno.. Io non "caccio" nessuno! ”

  • Veglie di festività principali  (Natale e Pasqua) solo in Cattedrale.

E poi chissà quante ne usciranno ancora. E Chissà se qualcosa cambierà!
Personalmente, in quel momento pensavo di  far valere il mio status di laico e andare a  pregare Dio cantando dove “mi porta il cuore”...

Sentire le parole sconsolate degli  adulti e delle  vecchiette che incontrandomi per strada mi dicevano “Rimarremo solo noi... Ci piaceva sentirvi cantare.. Rimanete con noi..”  non voglio farla proprio triste e lacrimosa, ma in fondo al cuore senti che è come se li stai “abbandonando” e capisci che questo è un’altro passo verso quella temuta chiusura totale. Mi viene in mente la chiesa del Gesù, aperta ormai solo per  matrimoni e concerti!

La mia incomparabile chiesetta di S. Maria in Vivario, che mi ha aperto  le sue porte nella vita almeno già due volte :

Una tanti anni fa, dopo che con una nostra pallonata di ragazzacci aveva rotto la vetrata,  un prete a noi sconosciuto ancora, ci venne incontro e senza tanti preamboli ci dà la chiave della attuale sala parrocchiale dicendo: ”E’ vostra. La sala è tutta da pulire e da sistemare. Siate corretti  la dentro! Poi controllerò. La vetrata la sistemo io per stavolta. Datevi da fare però!”

La domenica dopo ci si organizzava la prima festicciola seguita dal  primo incontro parrocchiale..

C’è da dire (sottolineando l'importanza di una sala parrocchiale) che i ragazzi  che con me sono entrati li dentro, ora vivono felicemente una vita  normale .. ma chi è rimasto seduto fuori, sul quel  muretto, purtroppo ora non vive più, stroncato dalla droga;

Una  seconda volta che mi ha aperto le sue porte ( forse più importante questa volta per la mia povera anima)  è stato appunto qualche anno fa. E si che ne ho fatte parecchie di birbonate da farmi perdonare nel frattempo!.

Perchè  vi ammorbo con queste cose?
Mi parlano dell’importanza degli incontri di preghiera organizzati nelle case, per portare “Luce Spirituale” anche a chi non vede o non sa o non vuole... e invece ci stanno per  chiudere addirittura una parrocchia intera perché non si ha un prete da metterci come guida.

Sarà anche vero, ma per noi non può essere così semplice: è come sentir dire di dover cambiare casa da un momento all'altro.

 

Ecco, non riesco più ad essere  distaccato.

Già nell’ultima riunione pastorale, in una  sala delle Pie Filippine, seduti da una parte erano gli adulti di S. Pietro (molti devo dire) e da un’altra, i nostri (pochi !), ma una ventina dei nostri ragazzi sedevano dietro a tutti, un pochino ansiosi e quasi intimoriti. Ma facevano notare senza parlare, che di S. Pietro non vi era nessun ragazzo presente!

Dopo il discorso di apertura di d. Claudio, (abbastanza secco e perentorio), è seguita la riconsegna delle chiavi e registri di  Caritas e di tutti i locali, sia della  parrocchia di S. Rocco che di quella di S. Pietro. Poi una  lettura di  “ regole da rispettare” , alcune delle quali tra l’altro,  discutibili, che invece per don Claudio erano però necessarie. Ma non è qui il punto: Ho ancora nelle orecchie  gli inutili tentativi dei nostri adulti nel  far capire a don Claudio e ai “sampietrini” (come venivano da noi simpaticamente soprannominati i parrocchiani di S. Pietro) che tutto era risolvibile con la sola presenza in parrocchia di un prete qualsiasi, almeno per un po’. Anche se straniero, a noi sarebbe andato bene pur di evitare questo terremoto!

Ma don Claudio sicuramente aveva avuto già delle direttive e non era lì per discuterne una ennesima volta.

 

Notavo le grosse differenza tra le due comunità, che da lì a poco avrebbero dovuto fondersi e iniziare un cammino insieme. Forse tra i ragazzi potrà essere, mi dicevo, ma non certo fra gli adulti che  incominciavano ad avere già battibecchi sul perché di questo accanimento per la propria parrocchia ... Effettivamente, dicevano, Gesù si può incontrare, servire ed amare in qualsiasi posto e maniera.

Si certo, ma lasciare quello che faticosamente hai fatto nascere dal niente, con tutto l’amore possibile e il sacrificio condiviso da  tutti..
E poi  non era un  “lasciare”  tutto  a qualcun altro, ma un buttare tutto al secchio e vedere poi di riuscire a trovare un posticino nell’altra comunità, che difficilmente sentirai veramente tua, per il semplice fatto che non lo è, perché esiste ancora la tua .Non la senti tua, non sei nato e cresciuto fisicamente e spiritualmente con lei. Hai imparato ad amare anche i muri di quella  chiesetta!  La senti tua come senti tua  la  tua casa, e come lei ti dà le emozioni che provi quando vi entri. Ritrovi gli odori, la sicurezza, le certezze che provi quando rientri nella tua di casa. E come riesci a trovare un momento per stare in ginocchio dinanzi al Santissimo è come stare nel tuo angoletto preferito, dove andavi a studiare o a tirare fuori i tuoi perchè..

Invece, pensavo, era necessario presentarsi a degli sconosciuti quasi, anche un bel sorrisone finto, perché proprio non ti sarebbe uscito quello vero.!

Ma questo veniva interpretato dai sanpietrini, gli sconosciuti,  come  “ posti al sole” che non si vogliono mollare!

No, non sarà per niente facile per i nostri adulti.

Speriamo che lo Spirito Santo ci aiuti tutti, sia noi di S. Maria in Vivario che i parrocchiani di S. Pietro.

 

  Luigi